Forse non tutti sanno che in Italia... by Isa Grassano

Forse non tutti sanno che in Italia... by Isa Grassano

autore:Isa Grassano [Grassano, Isa]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788854199668
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2016-11-14T23:00:00+00:00


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UMBRIA

Il Palazzo dei Priori di Perugia.

Gubbio: Palazzo dei Consoli visto dal campanile di San Giovanni.

…L’ALMANACCO DI BARBANERA È PATRIMONIO DOCUMENTARIO DELL’UMANITÀ – SPELLO (PERUGIA)

«La gente comune pensa che al mio capezzale io abbia l’Odissea o l’Iliade, o la Bibbia, o Flacco, o Dante, o l’Alcyone di Gabriele D’Annunzio. Il libro del mio capezzale è quello ove s’aduna il “fiore dei tempi e la saggezza delle Nazioni”: il Barbanera». E questo non vale solo per Gabriele D’Annunzio che lo scriveva al parroco di Gardone, nel 1934. Sono in tanti i fedeli di questo almanacco che dal 1762 è il più celebre d’Italia ed è “uno di casa” da oltre duecento anni. Leonardo Sciascia diceva (nell’Occhio di Capra del 1985): «Una volta, bambino che appena sapevo leggere, ho speso un nichel per una “pianeta”. Mi incantava quella rozza cornice di segni zodiacali, così come gli stessi segni e gli emblemi dei mesi nel Barbanera che un mio zio portava a casa all’inizio di ogni anno».

Un lunario simbolo popolare, un vademecum a cui affidarsi nella quotidianità, messo insieme in un complesso rurale del xviii secolo nella campagna di Spello. Nasce tuttavia a Foligno ed è lì che per molti anni è stato stampato. Era il 15 settembre del 1761 e il venditore raggiunse piazza Grande, brulicante di gente per la fiera di Santo Manno. Tra mercanzie di ogni genere, broccati e monili, l’ambulante decise di attendere il momento migliore per tirare fuori quel carico per lui tanto prezioso. La campana della cattedrale batté le dieci. All’ultimo rintocco un richiamo attraversò l’aria: «Barbanera! Barbanera di Foligno! Santi, fiere, tempo e lune. E per tutti, il discorso generale del famoso Barbanera, per l’anno 1762». Così iniziò la sua fortuna. Era un foglio unico – in folio – che poi nel 1793 si trasformò in un libretto che in breve divenne una sorta di “vangelo” dei ceti rurali, ricco di notizie agricole e di consigli pratici. Nelle edicole arriverà nel 1950 con un sottotitolo che porta il promettente un “anno di felicità”.

Da dove viene il nome? Qualcuno ipotizza che si rifaccia all’identico soprannome di Edward Teach, pirata britannico che controllò il mar dei Caraibi dal 1716 al 1718; altri che si riferisca all’uomo dalla folta barba scura che compariva di frequente sul frontespizio, indicato come astrologo, astronomo o filosofo. La tradizione avvalora più questa seconda ipotesi, ritenendo che Barbanera fosse davvero di Foligno. Cresciuto in una numerosa famiglia, andò giovanissimo a studiare in convento. Ben presto però, spinto da una forte vocazione eremitale, lasciò la vita monastica per isolarsi e dedicarsi alla contemplazione del cielo. Spesso andava a fargli visita l’amico e discepolo Silvano, che lo raggiungeva periodicamente e al quale comunicava, all’approssimarsi di ogni nuovo anno, le previsioni per il tempo a venire che lui poi diffondeva in città.



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